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RAGNAROK
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Berlino, notte, 29 aprile 2045.

 

Una giovane hacker alla sua prima missione come operativa per la MWA, un’agenzia di Intelligence privata. Il compito della sua squadra è rapire e interrogare un membro della banda dei neonazisti per scoprire dati sulla loro base di Berlino. Un contrabbandiere dal grilletto facile e un avvocato con doti da agente segreto si trovano loro malgrado immischiati in un unico meccanismo a orologeria pronto a esplodere.

 

L’orologio segna un secondo dopo la mezzanotte del del 30 aprile 2045, cento anni dalla morte del Fuhrer. C’è una strana calma nell’aria, come la quiete prima della tempesta, un odore acre si sta diffondendo. Sta per scoccare il Ragnarok, il giorno della fine.

 

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Vincitore del primo contest NARRATOPOLI di Cento Autori.

Sequel di GUERRE CORPORATIVE.

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PRIMO CAPITOLO

1.

 

 

 

 

 

 

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Il vento del nord soffiava per le strade di Berlino. Era il 29 aprile, il sole era tramontato solo un’ora ma faceva già un freddo cane.

   Abbie Cassio si strinse nel bavero del suo trench nero. Sfregava le ginocchia insieme per combattere i brividi, i jeans erano gelati. Star ferma in piedi sul marciapiede era una tortura. Stava scorrendo per l’ennesima volta il menù olografico fuori la porta di un ristorante austriaco, quando i suoi occhi viola si concentrarono sulle immagini  riflesse sulla vetrina. Il globonews olografico sopra la cupola del Reichstag, un paio d’isolati dietro di lei, sparava la notizia del momento. Charlotte Wiener, la famosa modella tedesca, si era suicidata.

   «Cassio! Situazione.» La voce ruvida del capo-operazione Custer risuonò nell’auricolare facendola sussultare. Abbie lasciò perdere la morte della modella e mise a fuoco un’altra immagine riflessa nel vetro. C’erano cinque ragazzi che camminavano a passo sostenuto sul marciapiede al di là della strada. Uno aveva un lungo spolverino di pelle nera, gli altri indossavano giacche pensati di foggia militare su jeans attillati. Tutti portavano anfibi e avevano i capelli rasati.           

   «Cinque, signore. Cinque nazi diretti verso Behren Strasse.» La strada era deserta, non c’era l’ombra di un’auto. Qualche cartaccia rotolava sospinta dal vento. Abbie li seguì con la coda dell’occhio mentre attraversavano la strada e si infilavano in una traversa, poi si corresse. «Cambio di direzione. Hanno imboccato ora Franzosische Strasse.»

   La voce spavalda di Shane si intromise dicendo che lui ne aveva tredici appena sbucati dalla metropolitana su Friedrich Strasse, mentre Oz e Gib ne stavano seguendo altri dieci su per Jager Strasse.

   «Cristo, ragazzi!» disse Kade, il cracker. «Sto tracciando un sacco di teste rasate sullo scanner. Sembra che siano tutti diretti verso… verso l’angolo tra Friedrich Strasse e Tauber Strasse. Rendez-vous previsto al Totemkampf Hotel.»

   «Confermo, ventotto in tutto» disse Abbie dopo aver controllato sul suo deck da polso. «Rendez-vous stimato fra tre minuti.» Abbie sentì Kade sbuffare per radio, tra lei e il cracker non c’era gran simpatica. Custer strozzò subito la comunicazione.

   «Silenzio radio. Rendez-vous fra tre minuti al Totemkampf Hotel. E ricordate, ce ne serve uno, soltanto uno. Vivo.»

MESSAGGIO DALL'AUTORE
 
Volevo raccontare un intrigo spionistico. Volevo incastri millimetrici e un finale a effetto. Volevo che i ritmi fossero accelerati come quelli di un film d’azione. Lo volevo in una notte a un secolo esatto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo volevo ambientato a Berlino. Volevo che la fantascienza si mischiasse alla storia e alla supposizione.

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