PULP
GROTTESCO
RIVELATORE
Senza freni, senza ritegno, senza paura! ESPLOSIVO!
5/5
Max Massa
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Pura attualità. Nudo e crudo.
DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE!
5/5
Stefano N.
JIMBO, L'ISIS E LA STRATEGIA DEL TERRORE
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Prendi uno che se ne sbatte di tutto, che va in giro su uno scooter scarcassato, che vive in una topaia, che ha i capelli che sembrano quelli di una rockstar anni Ottanta dopo un acquazzone e che per di più, così, per sport, si fa di metanfetamina.
Ecco, prendi uno così, piazzalo in una sera d’estate che il caldo fa esplodere i termometri e l’afa è una corda alla gola e fallo rimanere a secco di roba sul più bello, quando è tra le cosce di una prostituta albanese che picchia come un lottatore di sumo. Prendi uno così e sparalo in città senza l’ombra d’un quattrino in tasca alla ricerca di una stramaledetta pasticchina. Solo che la città pullula d’individui strani, carabinieri con la prostata a pezzi e altri col cervello alle Hawaii, pizzaioli russi che filosofeggiano e spacciano droghe, ma soprattutto aspiranti terroristi che sognano le settantadue vergini del paradiso d’Allah in quella che è una serata speciale.
Sì, perché Pisa è un tripudio di riflettori, la sicurezza è al livello del G8, Piazza del Duomo è gremita di manifestanti pro-governo e contestatori. Sta per arrivare il Presidente del Consiglio e le tv del mondo hanno puntato i riflettori.
Ecco, ora prendi il tizio di prima, che si chiama Jimbo, ficcalo dentro questa serata con un ruolo di primo piano e vedi cosa viene fuori.
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Nuova edizione di PISA CONNECTION.
PRIMO CAPITOLO
Uno
Il buongiorno si vede dal mattino. E la buonasera?
La serata di Jimbo era cominciata davvero male. L’astinenza l’aveva colto nel bel mezzo d’un amplesso con Fatjona, una prostituta grassa e albanese che prestava servizio su un camper scarcassato nel sottopasso della ferrovia, a mezzo chilometro da Migliarino pisano.
Jimbo si faceva di meta che sta per metanfetamina. Non si faceva per una crisi esistenziale o come risposta a una delusione amorosa, si faceva perché gli andava. Purtroppo la bustina che aveva tirato fuori dai jeans abbandonati sui fornelli era vuota.
Jimbo quella mattina aveva comprato quattro pasticche. La prima se l’era sparata. E va bene. La seconda l’aveva regalata a una ragazzina per farsi fare un pompino. (Dicono che la meta accresca la libido, e in effetti era vero). La terza l’aveva data a un tale per condurlo nel fantastico mondo dei tossici, e tutto perché il tipo da cui comprava le dosi, Alexei, gliene aveva promesse cinque per ogni nuovo cliente che gli trovava.
E la quarta? Il problema è che la quarta non c’era.
Jimbo di soldi non ne aveva. Scorticandosi la tempia in cerca d’una soluzione, gli era venuta in mente un’idea geniale. Aveva frugato nella borsetta di Fatjona e le aveva ripreso senza troppi convenevoli i venti euro con cui l’aveva pagata per quella scopata non finita.
Purtroppo la donna non era stata d’accordo. Aveva sgranato gli occhi d’un azzurro slavato come se al posto del collirio usasse il vetriolo e s’era gettata su di lui facendo scricchiolare tutto il camper per la mole. I passi erano rimbombati come tamburi di guerra tibetani. Gli era piombata addosso con la potenza d’un lottatore di sumo schiacciandolo contro il cesso chimico. La mascella di Jimbo era diventata Spuntì sulla porta marrone. La colluttazione fatta di schiaffi, graffi, strilla e due corpi sudati che rotolavano per terra come un vecchio e una grassona che tentano di scopare era finita con un bel due a zero per Fatjona che per mole lo sovrastava.
Jimbo s’era ritrovato a scappare scalzo sui sassi della ferrovia coi jeans e le Converse in mano, la testa che girava come su un ottovolante e il senso di soffocamento che aumentava.
Bel modo di merda per iniziare la serata.
A FINE LETTURA SI RISCHIA SERIAMENTE L'ASTINENZA
MANGIALIBRI
SHARON BRAITHWAITE (IL TIRRENO)
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«Una vicenda pulp senza limiti che col suo ritmo veloce, ironico e avvincente va ben oltre la metafora di fondo.»