Perché NO EaP?
- Simone Giusti
- 13 nov 2014
- Tempo di lettura: 3 min
Chi di voi sa cosa significa "No Eap"?
No EaP è un acronimo che sta per "no editoria a pagamento". Vale a dire: Non pago per pubblicare i miei libri. Detto così potrebbe sembrare un'arroganza bella e buona. Ma ora vi mostro come mai non lo è.
Punto primo.
Si deve pubblicare rigorosamente No EaP per rispetto di se stessi. Se scrivi un libro ti consideri un autore, se sei un autore vuoi, anzi, pretendi di fare cose di qualità. Come lettore lo pretenderesti. Per qualità non intendo genere, argomento, stile, come per latte buono non intendo di capra, di mucca, intero o scremato. Per qualità intendo latte garantito, certificato, latte che non contenga schifezze, latte vero. Se un editore non riscuote un centesimo dall'autore e punta tutto sulle vendite del libro, di certo punterà alla qualità. Ecco perché non si deve pagare.
(Sul fatto che l'editore punti anche sulla fama dell'autore e che spesso sfrutti nomi noti da appiccicare su testi scritti da "narratori fantasma" è un discorso diverso che poi affronterò.)
Punto secondo.
Si deve pubblicare rigorosamente No EaP per i lettori. Stesso discorso di sopra, solo che ora dobbiamo metterci nei panni del lettore, che esplora la copertina, che legge la quarta, che si fa un'idea buona, che poi compra il libro e non può ritrovarsi con qualcosa che un libro non è.
Certo. Ci sono anche libri EaP di ottima fattura, ed è per questo che si deve pubblicare a maggior ragione No EaP, perché i libri di ottima fattura, qualuqnue sia l'argomento e il genere, meritano una pubblicazione senza sborso di quattrini.
Punto terzo.
Scrivere è un lavoro. Sì, certo, è anche passione. Ma il fatto che sia passione non significa che non possa essere un lavoro. Sennò addio qualità di vita se nasciamo costretti a fare lavori che non ci piacciono per inseguire le passioni. Come dicevo, scrivere è un lavoro, e per farlo bene si deve fare solo quello. Per fare solo quello si deve guadagnare con lo scrivere. E questo non solo è difficile, è anche improbabile se il mercato continua a essere inflazionato da miriadi di pubblicazioni, molte delle quali fasulle, perché sono pubblicazioni pagate, pubblicazioni non vere.
E allora, mi chiderete voi, allora come deve fare chi non sa scrivere tre righe ma vuole scrivere un libro? Be', può fare in due modi.
Primo, impara a scrivere. E sarebbe la scelta migliore.
Oggi viviamo nell'età del "successo subito", una mentalità contorta a cui le tv e i giornali ci hanno abituato. Una mentalità da contrastare. Non è vero che basta scrivere un fantasy per essere Licia Troisi, non è vero che basta fare un giallo in dialetto per essere Malvaldi o Camilleri. Non si deve correre dietro ai colpi di fortuna, si rischia di correre a vuoto una vita intera. Per ogni Camilleri ce ne sono decine di migliaia che rimangono delusi.
Secondo, ci si può sempre far stampare. Non è necessario dare qualche migliaio di euro a una casa editrice per farsi pubblicare un libro quando le stesse copie uno se le può far stampare da una tipografia. Non sono un libro, sono una stampa, ma così si risparmia tanto e avrai il tuo bel libro da regalare alla mamma, all'amico, alla fidanzata. Se invece non trovi editori disposti a pubblicarti e nel tuo libro ci credi davvero, non fare la scelta sbagliata, punta su una pubblicazione in Rete. Costa una bazzecola e se il tuo scopo è farti scoprire, allora pubblica gratis e vediamo cosa ne pensano i lettori.
Se invece sei disposto a pagare perché così ti potrai vantare di essere uno scrittore, allora, be', ti informo che se cerchi approvazione sociale ci sono altri mezzi che danno maggior visibilità: il grande fratello, X Factor o qualunque altro reality show. Magari, se diventi famoso lì trovi anche un grande editore disposto a riscriverti per intero il romanzo per poi pubblicartelo gratis. Questo è l'altro grave problema dell'editoria, ma per il momento stavo parlando delle pubblicazione a pagamento, non è costruttivo affrontare più di una polemica per volta.
Per finire: andresti mai a lavorare per un tizio che anziché pagarti ti chiede dei quattrini?
Pubblicare a pagamento è rispondere sì.

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